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Carlo Alberto Dalla Chiesa

Sala Carlo Alberto Dalla Chiesa

Le nostre stanze

Sala Carlo Alberto Dalla Chiesa

Dedicata al Generale Dalla Chiesa, la sala ospita le foto di alcuni dei principali boss della mafia, cui sono affiancate quelle di alcuni grandi uomini di giustizia, che hanno combattuto con tenacia la criminalità organizzata.

La storia di Corleone si intreccia con quella personale e professionale del Gen. Carlo Alberto Dalla Chiesa (1920-1982). Da capitano, indagò sull’omicidio del sindacalista socialista Placido Rizzotto, giungendo a indagare e incriminare l’allora emergente boss della mafia Luciano Liggio. A dispetto dell’omertà e della paura estremamente diffuse riuscì insieme ai suoi colleghi a inchiodare tutti gli assassini di Rizzotto e a spedirli sotto processo, incluso Liggio. Dal 1966 al 1973 ritornò in Sicilia con il grado di colonnello, al comando della Legione carabinieri di Palermo per contrastare Cosa Nostra essendo protagonista di grandi indagini nella stagione della seconda guerra di mafia. Ritornò in Sicilia il 6 aprile 1982 nominato dal Consiglio dei ministri prefetto di Palermo, il tentativo del governo era quello di ottenere contro Cosa nostra gli stessi brillanti risultati ottenuti contro le Brigate Rosse.

 

Il 3 settembre 1982, la A112 sulla quale viaggiava il prefetto, guidata dalla moglie Emanuela Setti Carraro, fu affiancata in via Isidoro Carini a Palermo da una BMW, dalla quale partirono alcune raffiche di Kalashnikov AK-47, che uccisero il prefetto e la moglie. Nello stesso momento l’auto con a bordo l’autista e agente di scorta, Domenico Russo, che seguiva la vettura del Prefetto, veniva affiancata da una motocicletta, dalla quale partì un’altra micidiale raffica, che ferì gravemente Russo, il quale morì dopo 12 giorni all’ospedale di Palermo.

Ho accolto con entusiasmo l’invito da parte del vicepresidente Claudio Di Palermo, di visitare il Cidma e la curiosità era tanta. Mi sono resa subito conto che non era un museo, ma un luogo dove si racconta di mafia e se ne parla con il chiaro obiettivo di esorcizzarla e di sensibilizzare il visitatore su come essa stessa sia subdola e a tratti pericolosamente accattivante. Entrando nella stanza dei “Corleonesi”, primeggia su tutte le foto dei boss e dei sicari, quella dei giudici Falcone e Borsellino, simbolo della vera lotta alla mafia. Sentire il racconto di Claudio nel commentare i precisi episodi o i profili dei boss, con dovizie di particolari, ha catturato la mia attenzione, quasi catapultandomi in quei momenti di terrore e di paura. Alcune immagini, tutte autentiche, sono davvero “forti”, drammatiche e ti fanno pensare quanta crudeltà gratuita sia stata al servizio dell’avidità del denaro e del potere e quale sia stata la strategia di terrore della mafia. Visitando queste stanze, con addosso la tuta del gruppo sportivo delle Fiamme Azzurre, a cui sono orgogliosa di appartenere, mi sono sentita ancor più coinvolta ed emozionata. La “stanza dei faldoni” con tutti quei fascicoli e nomi dei boss che occupano un’intera parete, è quella che ti riporta ai più recenti film di mafia e alle cronache nere e che ti fa immergere in un recente passato, che incute ancora paura. Questa visita mi ha fatto comprendere quanto distante sia la Corleone di ieri da quella laboriosa e coraggiosa dei giovani di oggi.

Xenia Francesca Palazzo

Emozionante e molto interessante, con chiavi di letture del fenomeno mafioso da parte di giovani di Corleone che mettono a disposizione la propria testimonianza di vita con passione e determinazione. Elementi unici ed introvabili su un libro. Da sostenere con determinazioni!

Diego Tuzzolo
Visitor
Diego Tuzzolo

La visita al Cidma ci ha aiutato a capire meglio il fenomeno mafia, molto orgogliosa di questi ragazzi che ne parlano e raccontano. Grazie Manuela da Savona.

Manuela Pini
Visitor
Manuela Pini

Lunedì – Venerdì 10:00 – 17:00 Sabato e Domenica 10:00 - 13:00 Festivi Chiuso